Il 30 Settembre 2015 verrà posata la prima pietra che porterà alla costruzione e alla messa in funzione (il 1° Ottobre 2016) dell’Ecodistretto di Rocca Cencia. Questo articolo vuole proporsi di spiegare in maniera sintetica cinque motivi fondamentali per cui questa struttura non può e non deve esser realizzata nel contesto dei nostri quartieri. Ma andiamo per ordine.

Cos’è un Ecodistretto?

Quello di Rocca Cencia sarà un impianto, più grande dell’attuale, che non tratterà indifferenziato come avviene oggi, ma il materiale derivato dalla raccolta differenziata. Si tratta quindi di un centro di raccolta e trattamento di carta, plastica, metallo e UMIDO. Quest’ultimo sarà trattato grazie ad un biodigestore per la produzione di Biogas. E’ previsto il trattamento di oltre 400.000 tonnellate di rifiuti differenziati l’anno. Oggi Rocca Cencia è un Centro di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) che può arrivare ad ospitare al massimo 150.000 tonnellate annue, ma che recenti indagini giornalistiche hanno mostrato essere al collasso, arrivando ad ospitare fino a 500000 tonnellate l’anno di indifferenziato.

Cos’è un biodigestore?

Si tratta di una grande vasca nella quale vengono lasciati marcire solitamente scarti alimentari (nel nostro caso l’immondizia organica) utilizzando dei batteri digestivi appositamente immessi per accelerare il processo.

Da questo processo si ottiene il Metano, che viene poi successivamente bruciato per produrre energia, termica o elettrica.

Adesso che in linea generale sappiamo cosa verrà edificato e come funzionerà, vediamo in dettaglio il perché questa soluzione sembra assurda e inappropriata a molti comitati, associazioni e cittadini presenti nei nostri quartieri di Roma Est.

1 – L’INQUINAMENTO

Il primo è un motivo ovvio oltre che pluricontestato: il Biodigestore non è affatto un dispositivo ad impatto zero, anzi, produrrebbe:

  • Miasmi e Gas nocivi che andrebbero ad aggiungere puzza a quella prodotta dai sistemi di riciclaggio. Inoltre, il metano in eccesso viene bruciato e immesso nell’atmosfera.
  • Un aumento dell’inquinamento acustico, sia per i camion che trasportano il materiale da riciclare, sia per quanto riguarda l’apparecchiatura in sé.
  • Un danno alla salute, dato che si è notato l’aumento di incidenza di certe patologie in corrispondenza di tali strutture (Tra cui tumori, malattie tiroidee e allergie infantili).
  • Un pericolo d’alterazione e di distruzione del nostro Ecosistema (Tra i prodotti di scarto del Biodigestore figura anche l’ammoniaca, e la possibile contaminazione delle nostre due falde acquifere costituirebbe un disastro ambientale).
  • Ad oggi risulta essere una tecnologia poco affidabile dati i diversi casi di esplosione degli impianti

Tutto questo viene ben documentato dal Professor Michele Corti, Docente di Zootecnia Speciale e Montana presso l’Università degli Studi di Milano e Presidente Coordinamento Nazionale “No biomasse, No biogas”.

2 – PONTE MALNOME

In origine il progetto originale prevedeva la costruzione di tre Ecodistretti: uno a Ponte Malnome, uno in zona Salaria e l’ultimo a Rocca Cencia sul precedenti stabilimenti AMA.

In seguito a proteste popolari nessuno dei primi due verrà realizzato, lasciando solo il nostro.

La motivazione utilizzata dall’Assessore all’Ambiente Estella Marino per l’abbandono del progetto di Ponte Malnome è stata:

“Ci siamo presi l’impegno di fare avviare prima di tutto la fase di bonifica al soggetto responsabile e di lavorare con la Regione per procedere al capping di Malagrotta. Quindi prima il risanamento e la bonifica della Valle Galeria prima del ragionamento su possibili nuovi impianti”

Prima la bonifica quindi e poi FORSE si parlerà di “nuovi impianti”. Ponte Malnome si trova nei pressi di Malagrotta e ci sono diversi articoli di giornale che riportano le affermazioni dell’Assessore Estella Marino.

Questo stesso criterio potrebbe essere utilizzato anche nel nostro caso dato che l’immondizia a Rocca Cencia veniva lavorata ben prima che a Malagrotta, senza considerare i danni dell’inceneritore che è stato attivo a Rocca Cencia fino agli anni 90, i già presenti impianti del Colari, le aree mai bonificate, i medicinali interrati ritrovati e la discarica di Castelverde, rigorosamente abusiva, trovata durante i lavori per la TAV.

Direi che anche noi abbiamo avuto la nostra buona dose di mala gestione del comparto rifiuti…e ci sarebbero anche altri esempi da citare!

3 – SALARIA

L’Ecodistretto previsto sulla Salaria non si farà più dato che le abitazioni risulterebbero troppo vicine all’impianto. Anche qui, le dichiarazioni dell’Assessore Estella Marino sono eloquenti:

 “Se i cittadini dovessero dire no all’ecodistretto per la frazione secca daremo ad AMA indicazione di riconvertire in altro modo il proprio patrimonio”

I miasmi di un Biodigestore possono arrivare a 3/4 Kilometri di raggio di influenza, un area d’effetto veramente vastissima.

E anche questo criterio d’esclusione potrebbe essere applicato a Rocca Cencia, dato che sono presenti case comunali a poche decine di metri dal futuro sito di realizzazione. Senza contare che tutta l’area nel raggio di 4 km da Rocca Cencia è piena di abitazioni, interi quartieri sono nati in queste zone negli anni ed è impensabile che questo impianto non abbia effetti su chi vi abita.

Raggio di azione dei miasmi ed odori provenienti dal biodigestore

Raggio di azione dei miasmi ed odori provenienti dal biodigestore

4 – CHI CI GUADAGNA?

Il 25 Dicembre del 2008 veniva approvato dal Ministero dell’Ambiente l’articolo 1 della Legge 27 che prevede la messa in vigore di alcuni punti del Protocollo di Kyoto.

Tra i tanti, quello che ci interessa riguarda i finanziamenti a tassi agevolati e gli incentivi che vengono donati a chiunque investa in questo tipo di energia che deriva dal riciclaggio.

Il Biodigestore è quindi anche un modo per mettere le mani su questi guadagni in modo legale e pulito, poco importa se questo viene fatto a scapito di Cittadini.

Va segnalato inoltre che questa struttura non è economicamente indipendente, e che gli incentivi durano solamente una decina d’anni. Da qui i forti dubbi sull’abbassamento della tariffa rifiuti proclamata dall’Amministratore Delegato di AMA, Daniele Fortini, a seguito della costruzione dell’Ecodistretto.

Contribuendo con una larga fetta al debito di un miliardo di euro del Comune di Roma, AMA non può permettersi la realizzazione e la gestione integrale di un sistema simile.

Per risolvere il problema ha deciso quindi di appoggiarsi a finanziamenti di Privati. Essendo appena usciti dallo scandalo di Mafia Capitale, affidarsi a metodi simili in tempi così brevi sembra alquanto preoccupante. Essendo il Biodigestore privato non avremo garanzie su come verrà realizzato e mantenuto, e visti i precedenti del TMB di Rocca Cencia i dubbi sono decisamente leggittimi.

5 – NESSUN COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI

Quello che più fa rabbia di tutta questa situazione è il totale silenzio delle amministrazioni riguardo al progetto. Tutto è stato fatto senza coinvolgere nessun Comitato, nessuna Associazione, nessuna rappresentanza dei Cittadini. Si farà un incontro con l’Assessore Estella Marino lunedì 23 marzo è vero, ma è frutto della protesta avvenuta in campidoglio lo scorso 10 marzo, quando ormai i lavori per l’Ecodistretto sono già iniziati a Rocca Cencia e tutto sembra già deciso, tant’è che di tutta risposta il Sindaco Ignazio Marino e il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti si sono incontrati per un vertice proprio il giorno successivo alla manifestazione, dichiarando di voler “accelerare i tempi”.

In tutto questo il piano industriale di AMA sarebbe dovuto essere messo online il giorno dopo la manifestazione in municipio, portata avanti sempre dal QRE – Quartieri Riuniti in Evoluzione, ma ad oggi non è stato ancora reso ufficialmente pubblico.

CONCLUSIONI

Il problema quindi non consiste nel “da qualche parte la monnezza va pure messa, no?” che sento dire a tantissime persone in difesa del progetto.

L’ecodistretto si potrebbe definire un apparato industriale per lo smaltimento di rifiuti. Come provato da Ponte Malnome e dal quartiere sulla Salaria, non sussistono le condizioni per costruirlo a Rocca Cencia, è troppo rischioso edificarlo tanto vicino alle abitazioni.

Oramai non siamo più periferia di “campagna”, siamo Cittadini indignati che aspettano una riqualificazione del nostro territorio, considerato da sempre come luogo da sfruttare per non colpire il centro, nonostante la ricchezza, la storia, l’arte e la cultura che troviamo nei nostri quartieri.

Inoltre, siamo stati totalmente ignorati dalle Amministrazioni che nel silenzio totale hanno deciso della nostra salute e di quella dei nostri figli, imponendoci questa scelta inconcepibile.

AGGIORNAMENTO Settembre 2015

La battaglia è proseguita nelle sedi opportune dopo la manifestazione di Marzo. Siamo intervenuti insieme al QRE in Municipio dove abbiamo chiesto ed ottenuto la firma all’unanimità del consiglio Municipale di una mozione da noi redatta che di fatto impegna il Municipio a dire NO all’Ecodistretto, e ci permettesse di essere nella stessa condizione del Salario. Abbiamo poi studiato e realizzato ben 17 obiezioni alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), che deve essere per forza ottenuta per poter avviare i lavori. La valutazione sta ancora seguendo il suo iter ma nonostante questo, con arroganza il Comune ed AMA hanno comunque avviato il Bando per la realizzazione del Biodigestore. Entro il 12 di settembre occorrerà far intervenire un avvocato per bloccare il bando ed iniziare così un intervento attraverso uno studio legale.

Per questo è iniziata da pochi giorni la raccolta fondi del QRE – Quartieri Riuniti in Evoluzione per portare avanti una battaglia legale e fermare il bando AMA per la realizzazione del Biodigestore. E’ importante che tutti noi Cittadini del versante est di Roma si prendino la responsabilità di far parte di questa azione, dona un piccolo contributo alla causa in difesa della salute dei nostri figli, dei nostri famigliari e del nostro territorio.

Di seguito trovi come fare, abbiamo attivato ogni canale possibile, bonifico, PayPal o tramite semplice ricevuta contattando un referente di zona:

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